venerdì 6 gennaio 2012

L'altra faccia della crisi

La parola crisi è ormai diventata il leitmotiv dei giorni nostri. Non esiste attimo in cui qualsiasi avvenimento e qualsiasi azione siano ricondotti a questa funesto termine. Andando a cercare il significato di questa parola, ci si imbatte nella sua etimologia: “Crisi dal greco KRISIS che tiene a KRINO:  separo – momento che separa una maniera di essere o una serie di fenomeni da un’altra differente” (da: www.etimo.it).
Nell'uso quotidiano sembra prevalere, anzi, esistere la sola accezione negativa in quanto si vuole indicare un peggioramento della situazione. A ben vedere, però, nel suo significato si può cogliere anche una sfumatura positiva: all'interno della parola crisi sono implicitamente racchiuse le nozioni di problema e quella di superamento dello stesso, e non quella di rassegnata accettazione. Un momento di crisi, cioè di riflessione, di discernimento può, quindi, trasformarsi nel presupposto necessario per un miglioramento, per un cambiamento di rotta, per una rinascita, per un rifiorire dal torpore e dall'indifferenza. 
In questo cambiamento siamo tutti coinvolti perché ogni nostro gesto può rappresentare un passo in avanti, ogni nostra azione rivolta alla legalità, all'intraprendenza, al rispetto, alla creatività può segnare un punto per raggiungere degli obiettivi. Certo è che se noi, nel nostro piccolo, dovremmo instaurare un circolo virtuoso di piccoli cambiamenti, chi ci governa ne dovrebbe fare di grandi. Ma, a volte, anche tanti piccoli cambiamenti nel loro insieme possono risultare un gran bel affare. 
Vi lascio con un servizio di Report di qualche anno fa. Pensate se tutti gli uffici pubblici, tutti gli enti, i ministeri, le amministrazioni adottassero questi provvedimenti. Quanto si risparmierebbe?! E questo potrebbe essere solo uno dei tanti piccoli e facili cambiamenti.


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